“CINQUE GIALLI SUL NERO” di Domenico Seminerio
SAN GREGORIO – Cinque gialli, ambientati a Catania, dove il nero della pietra lavica prevale nel cromatismo urbano. Città che ama Domenico Seminerio, scrittore calatino, che qui viene spesso per trarre spunti e respirare un’aria diversa. Cinque storie tragiche, racchiuse in 300 pagine dalla Euno edizioni, scritte con l’eleganza e l’ironia che contraddistinguono lo stile di Seminerio, che da “esordiente tardivo” – come venne definito qualche anno fa su La Repubblica – adesso può essere definito scrittore affermato e prolifico.
Non solo l’ultimo libro, ma l’intera sua attività di scrittore e poeta, nonché autore di saggi storici ed archeologici, è stata ricordata a Casale Borghese, nel corso della recente “Colazione culturale”, condotta dal giornalista Daniele Lo Porto, davanti ad un pubblico numeroso e attento.
Protagonista indiscussa è Catania, “città di una bellezza che mette sgomento”, ricca di contraddizioni e di estremi, una città che è l’ossimoro di se stessa. “Catania è descritta con sfumature d’acquarello, ma anche con pennellate decise, ruvide, dai colori forti, vivaci – ha aggiunto Daniele Lo Porto – quando Seminerio ne vuole evidenziare gli aspetti negativi, la criminalità, l’illegalità, una certa anarchia diffusa che la contraddistingue, anche in quella società che viene definita “civile”.
“La pratica della raccomandazione, ad esempio – aggiunge lo scrittore – è il primo gradino dell’illegalità, della corruzione, che può sfociare fino nell’omicidio”.
Al termine della presentazione Domenico Seminerio, autore anche di “Senza re né regno”, “Il cammello e la corda”, “Il manoscritto di Shakespeare” e “Il volo di Fifina” ha donato “Cinque gialli sul nero” alla Biblioteca Assostampa Catania- Casale Borghese.



“L’AMORE ASSOLUTO” SECONDO MARILINA GIAQUINTA
“L’amore non sta in piedi”, un libro incentrato sui sentimenti, di qualunque tipo essi siano, dall’amore fra uomo e donna all’affetto che pervade l’amicizia, fino al rapporto sublime che nasce tra madre e figlio. In questo senso l’autrice ha raccontato la sua personale esperienza: “Quando sono diventata madre – ha ricordato Marilina Giaquinta – ho assistito ad una vera e propria ‘mutazione genetica’ della mia persona, e forse solo allora ho capito veramente cosa significa amare”. Una raccolta di racconti di amore universale, storie incompiute che “fluttuano nella mente del lettore manifestando il desiderio di essere rivelate”, ha sottolineato Katya Maugeri, che ha presentato il libro a Casale Borghese, a San Gregorio, nell’ambito delle “Colazioni culturali”.
Un’opera narrativa che si manifesta in maniera poetica, con un linguaggio elegante, evocativo, capace di coinvolgere il lettore rendendolo persino partecipe di ogni evoluzione testuale.
L’amore per Giaquinta è un sentimento assoluto e ideale, ricco di faccettature, un po’ come “una torre di Babele, in cui ognuno ama come sa e come può”.
Un amore che purtroppo le cronache ci consegnano spesso come un sentimento patologico, con storie di donne massacrate e uccise dai propri compagni, per un desiderio morboso di possesso. Da qui nasce una riflessione dell’autrice sulla tendenza a “riversare nell’amore le proprie insoddisfazioni, dalla precarietà lavorativa alla paura, latente, che pervade le nostre giornate”.
Nei dodici racconti de “L’amore non sta in piedi” c’è tutta la difficoltà di gestire i sentimenti, ci sono la complessità e l’inquietudine di personaggi imperfetti e a volte non compiuti, come indefiniti e a tratti ossimorici sono i titoli delle storie raccontate.
E’ stato un incontro ricco di riflessioni, che ha coinvolto il pubblico presente, come accade tutte le volte in cui tematiche universali toccano l’anima del lettore.
