La musica è l’arte che è più vicina alle lacrime e alla memoria.” (Oscar Wilde). Il musicista, torna alla emotività più profonda con un racconto metropolitano. “La Vita è un click”, un richiamo all’andamento della vita, fondata su elementi di imponderabilità che ne compongono la propria essenza e la forza di affrontarli. Un concetto dell’esistenza presente nel percorso musicale di Bracco Di Graci… Dall’occasione di “vedere il genio all’opera. Lucio Dalla amava ogni forma di arte quindi per me c’era solo da osservare ed imparare…non finirò mai di ringraziarlo…” alla sigla del primo contratto discografico di Di Graci con Pressing, etichetta di Dalla. Il successo ai grandi Festival italiani, i brani scritti per Gianni Morandi, Bracco Di Graci protagonista di cambiamenti radicali al centro della propria vita, con umiltà si racconta…
A cura di MIMMA CUCINOTTA
Torna alla emotività più profonda con un racconto metropolitano. “La Vita è un click” il nuovissimo brano di Bracco Di Graci, riassorbito dopo diversi anni dalla passione primordiale per la musica.
Di origine siciliana ma bolognese di adozione Di Graci, al secolo Domenico, esordisce con un trionfo al Festival di Castrocaro nel 1991 con “Vivo muoio e vivo” quando il segno di un incontro irripetibile aveva già pervaso la sua vita. Dall’occupazione come autista di Lucio Dalla, durante l’incisione dell’Album tra il cantautore e Gianni Morandi, il famoso Dalla/Morandi pubblicato da RCA e Pressing nel 1988 alla sigla del primo contratto discografico di Di Graci proprio con l’etichetta del cantautore bolognese (Pressing). Segue la partecipazione per due anni consecutivi alle edizioni ’92 e ’93 del Festival di Sanremo, nella sezione giovani con i brani “Datemi per favore” e “Guardia o ladro”, stesso anno della vittoria al Cantagiro e l’assegnazione del Premio Rino Gaetano. Poi “Uomo” il brano riservato per il Festivalbar del 1994 al contempo la stesura di testi composti da Bracco Di Graci per gli idoli del grande pubblico come Gianni Morandi e da chitarrista la condivisione dei palchi più scenografici della scuderia Dalla.
Il successo durato un decennio precede il ritiro dalla scena per rientrare in una dimensione occupazionale più razionale, quella aziendale ma, nel cuore sempre una esplosione di emozioni. Le stesse insite nel suo animo e vissute da ragazzo quando libero dalla bottega di carpenteria dove lavorava per sbarcare il lunario, carico di entusiasmo prendeva lezioni di pianoforte. Una passione tra latenza ed esaltazione ispiratrice delle prime canzoni e quelle di oggi targate Bracco Di Graci. E con quest’impeto che, il 14 maggio 2023, su tutte le piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica approda “La Vita è UN CLICK”, il nuovo singolo di Bracco di Graci, cui l’artista ne sintetizza il concetto in una battuta “La vita è un click imprevedibile che ti fa vincere o perdere”.
Probabilmente l’andamento della vita fondata sugli elementi di imponderabilità che ne compongono la propria essenza e la forza di affrontarli. Il concetto della vita è presente nel percorso musicale dell’ultimo anno di Bracco Di Graci, “Così è la vita” l’altro brano che lo richiama. Un tema importante, affrontato forse perché sintomo di una dinamica introspettiva delle proprie scelte personali coraggiosamente portate avanti nel corso degli anni.
Lo chiediamo a Bracco Di Graci protagonista di cambiamenti radicali al centro della propria vita.
– Lucio Dalla e Bracco Di Graci, la svolta dopo l’incontro. Ci racconti qualche particolare del vostro rapporto
Il mio rapporto con Lucio Dalla è stato un rapporto esclusivamente di lavoro, sono stato un suo dipendente, nello specifico sono stato il suo autista nel periodo 1988/89. Devo dire che è stato molto istruttivo per me lavorare come autista alla tournèe Dalla-Morandi in quanto ho avuto l’occasione di vedere il genio all’opera, quindi per me c’era solo da osservare ed imparare, amava ogni forma di arte quindi attraverso le sue passioni ho avuto modo di conoscere e vedere cose che non avevo mai avuto l’opportunità di vedere. Un particolare simpatico, quando facevamo viaggi lunghi abbassava il sedile poi esclamava, “Bracco non mi uccidere” e un attimo dopo ronfava.
– Della collaborazione con Lucio Dalla, ha ricevuto una influenza musicale ed eventualmente in che modo emerge nei suoi brani?
Mah non credo di potermi arrogare il diritto di dire di aver collaborato con lui, Dalla è stato esclusivamente il mio discografico, non ho mai avuto collaborazioni musicali con lui, eccetto il brano “Ti comunico amore” che poi è stato successivamente interpretato da Gianni Morandi.
Nel 1987, desidera che Lucio Dalla, potesse ascoltare le mie canzoni. Con la mia fidanzata andavo a Vicolo Mariscotti e stavo in attesa di vederlo. Poi un giorno mi presi di coraggio e suonai al suo campanello e Lucio, intonando una voce femminile mi rispose: “No, non c’è Lucio in casa”. Allora escogitai di lasciare una musicassetta nella sua buca delle lettere. Mi vide e per poco non mi venne un infarto. Spiegai e si assicurò che avessi lasciato i miei recapiti. Una settimana dopo mi chiamò. La mia voce lo aveva colpito. Inizio tra noi la conoscenza. Abbiamo così cominciato a conoscerci. Mi disse che non ero ancora pronto, ma potevo migliorare.
Un giorno mi ritrovai in sala di registrazione con Lucio, Morandi, Malavasi, tutti mostri sacri e pensai di abbandonare le mie velleità artistiche. Una sera, tornando da un viaggio passai a casa di Lucio e mentre lui mangiava crocchette e formaggio, mi misi al pianoforte a suonare il brano che avevo scritto. “Ti comunico amore”. Durante la mia esecuzione, Lucio uscì incuriosito dalla cucina, dicendomi di essere molto migliorato, era una grande canzone e che l’avrebbe cantata Morandi. Allora ho capito che forse avevo qualche capacità…
Per quanto riguarda le influenze, sicuramente ha rappresentato molto per la mia creatività e crescita artistica per questo e per le occasioni che mi ha dato, non smetterò mai di ringraziarlo.
– Gianni Morandi e i testi targati Di Graci.
Ho avuto la fortuna di aver scritto diversi brani che messi all’attenzione di Gianni Morandi lo hanno convinto ad inciderli, per quanto riguarda i testi, alcune parti non lo convincevano completamente, quindi ci ha messo anche del suo, se la targa di cui parla avesse 9 cifre 3 delle 9 appartengono a lui, infatti compare anche come autore nei testi, come è giusto che fosse.
– Castrocaro e il Festival di Sanremo. Il successo e le aspettative disattese
Credo di capire cosa intende, ci sarebbe da argomentare su questo punto, dal 1991 al 1994 ho vinto il Festival di Castrocaro con “Vivo muoio e vivo”, ho fatto il 4 posto al Festival Di Sanremo con il brano “Guardia o ladro” che ha vinto anche il Cantagiro ed il premio Rino Gaetano, nel ‘94 con il brano “Uomo” mi hanno convocato al Festivalbar, il brano ha ottenuto un notevole successo radiofonico, altrimenti al Festivalbar non ci vai, non credo sia male per un principiante, in fondo mi ero appena affacciato al panorama musicale, ci sono artisti che esplodono subito, altri ci mettono del tempo, lo stesso Dalla ci ha messo tempo per arrivare. Quel tempo che altri hanno concesso a lui, lui non lo ha concesso a me, non voglio fare polemica, soprattutto per il fatto che oggi non può replicare, quindi il mio profilo sull’argomento è basso e rispettoso nei suoi confronti, parlo solo di fatti e di storia. Ho scoperto da un libro scritto in suo onore e solo dopo la sua scomparsa, che tra il 1994/95 Lucio Dalla confidò a Gianfranco Baldazzi, che era il direttore artistico della Pressing e che è anche l’autore del libro, che sul mio progetto si era ricreduto, strano direi, era il mio migliore momento come ho detto in precedenza e credo si dovesse spingere sull’acceleratore quindi la sua scelta in qualità di discografico mi appare molto strana, non si andava molto d’accordo questo lo riconosco, non pensavo però contemplasse l’idea di farmi fuori.
– Il rapporto con gli altri musicisti della scuderia Dalla. Ci racconti di quel periodo
In quel periodo come ho già detto facevo l’autista all’interno del clan Dalla, il mio rapporto con i musicisti di quel tempo era un semplice rapporto di stima ed amicizia. come con Bruno Mariani, chitarrista nella tournee Dalla-Morandi.
– Abbandono e rimpianti. Quali, se ci fossero?
L’unico rimpianto che mi sono portato dentro ma che ormai ho elaborato e metabolizzato è quello di non sapere cosa sarebbe potuto succedere al mio percorso se avessi avuto l’opportunità di lavorare con tranquillità e non fossi stato messo nella condizione di fare delle scelte radicali, con questo non voglio accollare responsabilità ad altri, la scelta è stata solo mia e me ne assumo tutte le responsabilità, però credo di essere stato ampiamente aiutato nel doverla prendere.
– Entusiasmo, ispirazione e passione hanno subito un ripiegamento nelle sue scelte lavorative che lo hanno condotto fuori dalla scena musicale?
Come ho detto, ero arrivato al punto che tutto ciò che mi faceva bene all’anima improvvisamente me la soffocava, non riuscivo a muovermi al di là di circoscrizioni che avvertivo e dalle quali dovevo fuggire, così ho scelto di fuggire.
– “La musica è l’arte che è più vicina alle lacrime e alla memoria.” Come per Oscar Wilde è così anche per Bracco Di Graci?
Certo, sicuramente, guai se non lo fosse!!
Grazie per l’intervista, grazie alla Red&blue con la quale collaboro e grazie a Clarissa D’avena che mi fa egregiamente da promoter.
Ambientato in un quartiere di provincia a Bologna, il videoclip de “La Vita è un click” per la regia di Daniele Balboni, arrangiamento e produzione di Giordano Mazzi. Protagonisti, Fjolla Ibraimi e Massimiliano Rubini. Il video rappresenta per immagini le emozioni vissute da due amanti quando una storia volge al termine e le diversità di reazione alle imprevedibilità che la vita riserva. Da un lato l’assenza di rassegnazione di lui che diviene un girovago alla ricerca disperata della donna amata e, dall’altro il superamento del momento da parte della donna che reagisce distraendosi e ballando.